Oggi vi suggerisco la lettura di un libro con spunti di riflessione interessanti in tema di intelligenza artificiale (all’inglese, “AI”) applicata al settore automobilistico, argomento di cui mi sono già occupato in altre occasioni (potete, ad esempio, leggere l’articolo pubblicato ormai più di un anno fa “la cyber security dell’auto connessa è realmente possibile?“).
Il libro che ho appena finito di leggere si intitola “L’intelligenza artificiale guida le nostre autovetture“, è scritto da Gian Franco Simonini ed edito da Mucchi Editore.
Il libro affronta le questioni ancora non risolte nell’applicazione dell’intelligenza artificiale allo sviluppo dell’auto a guida autonoma, illustrando lo stato dell’arte ed i limiti dell’attuale legislazione, anche sotto il profilo definitorio (cosa si deve intendere, esattamente, per AI?), ma anche i vantaggi di questa tipologia di vetture.
Il libro ha una giusta dose di tecnicismo a corredo di un’approfondita analisi della materia, ma non diventa mai così tecnico e specialistico da scoraggiare il lettore dal proseguire.
Ho trovato particolarmente interessante – forse perché ignoravo aspetti che avrei dovuto conoscere – il capitolo dedicato ai robot, la cui definizione normativa è così “fluida” da risultare spesso inadeguata a descrivere il complesso fenomeno dell’AI, tanto più quando viene integrata ed implementata dal machine learning.
L’Autore spiega, in particolare, che le componenti che si considerano tipiche di un robot sono:
– il corpus mechanicum;
– il corpus mysticum (nella specie, elettronico);
– l’autonomia di comportamento;
– l’assonanza delle sue azioni a quelle umane (human likeness);
– la capacità di relazionarsi con altre entità o soggetti umani, scambiando ed utilizzando informazioni;
– la capacità di autoapprendimento e di adattamento alle situazioni.
Pur in presenza di questi elementi, appare difficile codificare una definizione univoca di robot, perché, allo stato, le AI si caratterizzano per diversi livelli di autonomia decisionale e ciascuna di esse ha funzioni tipiche, difficilmente catalogabili in astratto in un concetto unitario.
Il tema è, come si può immaginare, “caldissimo” perché stabilire quando un robot è da considerarsi un oggetto e quando è (o, meglio, sarà) da ritenersi un soggetto agente, dotato di “personalità elettronica”, ha moltissime implicazioni pratiche ed economiche, non ultima quella relativa all’attribuzione della responsabilità per i danni che queste “entità pensanti” possono causare nel loro agire quotidiano.
Il Parlamento UE si è dimostrato molto sensibile all’argomento, al punto tale da aver già elaborato una Risoluzione “recante raccomandazioni alla Commissione concernenti norme di diritto civile sulla robotica”, in cui si prende in considerazione, appunto, la possibilità di attribuire a (certi) robot una vera e propria personalità elettronica, spinti proprio dalla necessità di rispondere al quesito di chi sia, ad esempio, la responsabilità in caso di incidente stradale, quando la scelta della manovra errata è dipesa dalla AI.
Nella seconda parte del libro, si affrontano, invece, i temi legati ai (futuri) vantaggi dell’auto a guida autonoma ma anche gli importantissimi corollari della proprietà dei software che gestiranno queste auto e di tutti i dati del veicolo.
Insomma, il futuro dell’auto senza conducente è sicuramente legato al progresso tecnologico, ma implica altrettante sfide ai giuristi e legislatori per la risoluzione di molti dilemmi morali ed etici, fondamentali per la nostra sicurezza.
Il libro è in vendita in libreria al prezzo di Euro 12,00 oppure è disponibile in versione ebook a Euro 5,09,