E’ ormai chiaro a tutti che ci vorrà tempo per ritrovare un po’ di normalità nella nostra vita quotidiana, stravolta dall’epidemia di coronavirus.
E’ difficile, per me, continuare a scrivere sul Blog dei soliti argomenti, dopo aver ascoltato e letto le notizie strazianti di questi giorni.
Guardo le statistiche ogni sera cercando nei numeri un segno meno che riveli un arretramento del virus, ma trovo solo segni più, a doppia cifra, e non riesco a non essere sopraffatto dal pensiero di tutte le persone che ci lasciano senza neppure il conforto dei loro familiari accanto.
Ci vorrà tempo, lo so, ma ogni mattino mi sveglio sognando una buona notizia che, per ora, non arriva e di cui sento un’impellente necessità per tornare a respirare ed a pensare.
La speranza è che le persone – tutte! – comprendano che fari gli spavaldi e sfidare il divieto di uscire senza una reale esigenza, gironzolare per il semplice gusto di farlo, incontrarsi al supermercato per farsi un saluto, fare gli aperitivi tra vicini di appartamento o all’interno dei condomini (tutti comportamenti visti e/o sentiti raccontare da persone che ne sono stati diretti testimoni), non fa altro che allungare il periodo di tempo durante il quale dovremo stare isolati – meglio, lontani fisicamente (almeno un metro!) – da nostri simili, dai nostri cari, mentre, inermi, ascoltiamo, giorno dopo giorno, un bollettino di guerra.
Non è solo una superficialità italiana, chiaramente.
In questi giorni tutti noi abbiamo avuto modo di vedere i maxi assembramenti negli altri Paesi per approvvigionarsi al supermercato (il virus ringrazia per l’occasione offerta, naturalmente!) o per prendere un treno alla stazione di Parigi (anche in questo caso, il virus è molto grato ai francesi per non aver fatto tesoro dei nostri errori…); proprio ieri sera ho avuto modo di vedere un video su twitter che riprendeva una turista a Tenerife che, in barba ad ogni divieto, sguazzava allegramente nella piscina dell’hotel, felice di godersi tutto quello spazio da sola! Per chi fosse interessato, la Guardia Civil, dopo averla ripescata in acqua, l’ha ammanettata e portata via in costume tra gli applausi di tutti coloro che assistevano dai balconi dei loro appartamenti.
Segno, questo, che certamente le persone, per la gran parte, comprendono che l’isolamento è l’unica arma che abbiamo ma, la “gran parte” – purtroppo – non sono “tutti” e quelli che ancora sbeffeggiano le regole che ci siamo dati (e purtroppo non sembrano pochi) devono capire, una volta per tutte, che il loro gesto è più grave di un omicidio, perché condanna a morte un innocente (forse anche più d’uno) che neppure conoscono, per semplice indifferenza o per l’arroganza di ritenere che la loro libertà di movimento conti più della vita altrui.
Il comportamento di queste persone non è diverso da quello dall’ubriaco che guida un auto e mette in pericolo la vita di tutti coloro che incontra sul suo cammino; ma, a differenza dell’ubriaco, l’ingiustificabile ed esacrabile gesto di queste persone ha una capacità espansiva inarrestabile e un esito drammatico per la vita di moltissime famiglie, come la sua.
Aiutamoci, quindi, tutti insieme per combattere il virus stando a casa ma anche facendoci parte attiva nei confronti di chi non vuole capire e non vuole ascoltare il grido di dolore che si alza dai nostri ospedali.
Purtroppo, dobbiamo fare ancora di più perchè quelle maledette statistiche comincino a riportare il segno meno!
Ci sono così tante cose che si possono fare nel tempo che abbiamo a disposizione: io, per esempio, ho deciso di invertire le mie solite abitudini e di cominciare ogni giornata come, solitamente, avevo l’abitudine di finirla e, cioè, leggendo qualche pagina di un libro che mi piace.
Trovo, in questa inversione di abitudine, uno stimolo in più per affrontare con spirito positivo una giornata che già so che si presenterà molto difficile.
Provate anche voi e ditemi se funziona!
E, se non sapete cosa leggere, vi suggerisco un libro che ho letto molto tempo fa e che vi può far volare in un tempo futuro affascinante.
Il libro, scritto da Dan Simmons, si intitola Hyperion ed è il primo di un’epopea stellare ambientata in un futuro lontano in cui gli uomini si spostano tra i mondi tramite portali stellari talmente complessi da essere installati al posto delle porte di casa, consentendo loro di spostarsi da un pianeta all’altro semplicemente cambiando stanza!
Un sogno per tutti noi che oggi sentiamo anguste le quattro mura delle nostre case!
#iostoacasa per proteggere gli altri.