WhatsApp: le PMI ne possono fare a meno?
Vi propongo una checklist, scaricabile ed immediatamente utilizzabile, con 7 domande fondamentali per capire se utilizzate correttamente WhatsApp in azienda.
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Il Garante ha precisato che, subito dopo la cessazione del rapporto di lavoro, un’azienda deve rimuovere gli account email riconducibili al dipendente a tutela di quest’ultimo e dei terzi in generale.
Il libro “La Privacy – Proteggere i dati personali oggi” ci spiega la difficoltà di tutelare l’individuo dagli abusi attraverso gli strumenti normativi.
Dopo aver visto The Great Hack, nessuno osi più dire, per favore, “a cosa serve questa privacy”: occorre riflettere sul valore di ogni nostro dato in rete.
E’ tempo di estate! Se ne è accorto anche il nostro Garante per la Protezione dei Dati Personali che ha, da pochi giorni, pubblicato sul proprio sito un vademecum in 13 punti per raccomandare a tutti noi un uso consapevole e responsabile degli strumenti informatici durante le vacanze. Tra le varie raccomandazioni del Garante per l’estate 2018, l’ultimo punto non va assolutamente trascurato: “non lasciare a casa il buon senso. La miglior difesa anche nel periodo delle vacanze è usare con consapevolezza e attenzione le nuove tecnologie e gestire con accortezza i nostri dati personali, ricordando semplici regole che tutti possono mettere in campo”. Negli ultimi mesi anch’io mi sono spesso richiamato al buon senso (per esempio con l’articolo pubblicato in maggio: “GDPR: applicatelo con buon senso”) come criterio di ragionevolezza imprescindibile per non cadere in eccessi o in tragici… Leggi tutto »Buona estate!
La Corte UE si è recentemente espressa sui limiti del diritto alla privacy del lavoratore dipendente in relazione all’uso del pc aziendale, dando ancora una volta risalto all’importanza di dotarsi di un’adeguata policy aziendale sull’utilizzo degli strumenti informatici. I fatti sottoposti all’esame della Corte UE sono, in sintesi, i seguenti: la società statale francese che gestisce le ferrovie (Sncf) aveva licenziato uno dei suoi dirigenti dopo aver scoperto che, tra i file salvati sul suo computer in ufficio, c’erano anche false attestazioni e materiale pornografico. Il dipendente si era rivolto ai Giudici Europei sostenendo che l’azienda non poteva, a suo giudizio, esaminare il contenuto dei documenti custoditi nel pc in dotazione in sua assenza, trattandosi di comportamento illecito e lesivo del suo diritto alla privacy. Secondo la Corte UE, invece, le ferrovie francesi non hanno violato la privacy del dipendente accedendo… Leggi tutto »La privacy del dipendente secondo la Corte UE
L’art. 37 del Regolamento UE 679/2016 (GDPR) prevede la nomina obbligatoria di un Data Protection Officer (DPO) in tre casi: quando il trattamento dei dati è effettuato da un’autorità pubblica o da un organismo pubblico; quando le attività principali consistono in trattamenti di dati che, per loro natura, ambito, applicazione e/o finalità, richiedono il monitoraggio regolare e sistematico degli interessati su larga scala; quando le attività principali consistono nel trattamento su larga scala di dati sensibili, genetici, giudiziari o biometrici. La figura del DPO, novità introdotta dal GDPR, ha acceso moltissimi dibattiti in merito alle caratteristiche che dovrà avere questo “specialista” che, secondo l’art. 37, comma 5 del GDPR, dovrà essere individuato “in funzione delle qualità professionali, in particolare della conoscenza specialistica della normativa e delle prassi in materia di protezione dei dati, delle capacità di assolvere ai compiti di… Leggi tutto »Chi assicura il DPO?
Dall’inizio dell’anno si susseguono interventi della stampa, anche specializzata, che evidenziano un importante ritardo delle aziende italiane nell’adeguamento alle nuove norme in materia di privacy introdotte dal Regolamento UE 679/2016 (General Data Protection Regulation – GDPR) che entrerà in vigore, in tutti gli Stati Membri, il 25 maggio 2018. Già nel mese di gennaio veniva segnalato che, a distanza di oltre un anno dall’approvazione del GDPR “le aziende italiane non conoscono il nuovo Regolamento” (così il sito Innovationpost.it che, a sua volta, richiamava dati pervenuti anche da altri osservatori) e che “la consapevolezza delle imprese sull’argomento è limitata: al momento, solo un’azienda italiana su cinque ne conosce nel dettaglio le implicazioni e solo il 9% ha avviato un progetto per adeguarsi alla normativa”. La situazione non sembra essere significativamente migliorata neppure nei mesi successivi se si considera che, ancora a metà giugno,… Leggi tutto »Il nuovo Regolamento UE in materia di privacy (GDPR) entra in vigore il 25 maggio 2018: siete pronti?